Anestetici via web : “Vendita illegale” nei guai il deposito ed il suo farmacista

La legge italiana ed europea vietano la vendita online dei farmaci che necessitano di ricetta medica. «Quindi anche gli anestetici ad uso odontoiatrico» denuncia Maurizio Quaranta.
A finire nei guai potrebbero essere l’ammistratore e il farmacista del deposito dentale.

Nel settore odontoiatrico italiano, a torto o a ragione, si vendono gli anestetici anche via web, e questo solo perchè è stata mal interpretata la legge che ha introdotto la possibilità di vendere medicinali online (D.Lgs 219/2006, poi modi cato dal D.Lgs 17/2014, in recepimento della direttiva 2011/62/UE).

La stessa legge in questione stabilisce altresì che la vendita sul web dei farmaci che necessitano di ricetta medica è vietata, e quindi nemmeno gli anestetici nel settore odontoiatrico, che si vendono sempre e solo su ricetta medica, possono essere venduti sul web. Inutile dolersene o cercare scappatoie: dura lex, sed lex.

Per far comprendere al lettore perchè scrivo queste cose, riprendo e cito una notizia, che fa letterlamente accapponare la pelle, da NASnotizie di febbraio 2020:
«il Nucleo Carabinieri Aifa ha denunciato alle Procure competenti sei persone, tra amministratori e farmacisti, per aver venduto su internet farmaci soggetti a prescrizione, quando tale modalità non è permessa dalla normativa vigente. In Provincia di Torino e Napoli le farmacie coinvolte».

Del resto la legge in questione stabilisce anche una pena per chi, a torto, vendesse online farmaci con obbligo
di ricetta e si parla anche di
 un’ammenda che va da duemila a diecimila euro, che prevede altresì l’arresto sino
a dodici mesi, oltre all’oscuramento del sito, quest’ultimo addirittura con intervento diretto del ministero della
Salute, che è l’autorità competente in materia di vendita di farmaci online e che ha il diritto di sanzionarla, quando la stessa avviene in modo scorretto o illegale.

Chi ne risponde? L’ammistratore del deposito dentale unitamente al farmacista che, per quanto non sia noto all’odontoiatra, è una gura che viene retribuita e che fa parte del deposito dentale che intende ottenere la licenza regionale per la distribuzione degli anestetici.
La normativa sulla vendita online di farmaci si restringe quindi ai soli farmaci senza obbligo di prescrizione, unitamente ai farmaci da banco (i famosi Otc, over the counter) ed è molto chiara oltre ad essere allineata con la filosofia  che seguono la Commissione e il Parlameto Europeo per tutto ciò che si tende a legiferare in Europa: proteggere, fondamentalmente, i diritti del cittadino-utente, che in questo caso è addirittura cittadino-paziente perché ci si rivolge alla salute pubblica.

Sulla vendita dei farmaci online non c’è altro da aggiungere, vale però la pena fare una riflessione su un’altra legge che viene disattesa su tutta la linea: la legge Volponi.

Infatti, quando si acquista sul web materiale di consumo e attrezzature, che sono comunque sempre tutti dei medical device, e soprattutto quando si agisce con strutture senza un’organizzazione stabile in Italia, capita che le stesse evadano la merce sul mercato italiano senza richiedere la necessaria documentazione che
la Volponi prevede, quando non addirittura evadono
 senza nemmeno chiedere codice scale o, peggio ancora,
partita iva.

Certo, qui chi ne risponde non è più l’amministratore del deposito dentale o il suo farmacista, bensì chi acquista, e l’incauto acquisto è dietro l’angolo.
Maurizio Quaranta